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dicembre 15, 2016

Si cresce a piccole tappe !Consigli per lo svezzamento

Lo svezzamento è un momento fondamentale nella vita di un bambino – e anche dei neo genitori – che inizia a scoprire e sperimentare nuovi sapori, colori e consistenze dei cibi solidi. Non bisogna, però, avere fretta perché il bambino è sempre stato abituato al sapore del latte, e alla sola consistenza liquida, dunque deve quindi avere tutto il tempo per abituarsi ai nuovi cibi e il cambiamento deve avvenire in modo graduale e senza ansie. Lo svezzamento deve avvenire intorno al sesto mese,periodo in cui il bambino porta alla bocca tutto ciò che vede, perché è il suo modo per esplorare la realtà che lo circonda. Questo periodo dura fino ai 18 mesi circa, con una variabilità di 3-4 mesi, ed è qui che c’è il rischio maggiore di avvelenamento o soffocamento. Lo svezzamento si dovrebbe chiamare, più correttamente, alimentazione complementare. Infatti, i cibi solidi vanno a complementare il latte che il bambino assume, dunque vanno scelti a seconda di quali sostanze mancano alla sua dieta. Bisogna quindi aumentare la quota di carboidrati, partendo dalle pappe di cereali vari, come riso e semolino. A sei mesi si può benissimo inserire anche il glutine e quindi la pastina. Ovviamente vanno anche inserite frutta e verdure, la prima grattugiata e le seconde passate. Poi, se il piccolo è ancora allattato al seno, si può iniziare a integrare l’alimentazione con alimenti ricchi di proteine come carne e pesce, ad esempio con mezzo liofilizzato di carne o di pesce. Se invece il bambino è alimentato con latte artificiale , si può cominciare con diversi passati preparati con verdure miste, in modo da fargli variare un po’ i sapori, posticipando i cibi ricchi di proteine verso gli 8-9 mesi. E’ bene evitare i cibi molto lavorati o i cibi piccanti, come il sugo all’amatriciana o quello alla pizzaiola, i cibi eccitanti (cioccolata, caffè…) o gli alimenti industriali non specificatamente prodotti per bambini più piccoli di un anno ( snack confezionati per bambini più grandi). È importante inoltre che tutti i cibi cucinati per il bambino non siano salati, in modo che gli si dia il tempo di abituarsi ai differenti sapori. Assolutamente da evitare sono poi tutte le bevande zuccherate, come tisane, thè e camomilla. Questo è un errore molto comune, ma resta pur sempre un errore: lo zucchero modifica la flora orale e prepara la bocca alla carie, e inoltre toglie l’appetito al piccolo, che così non mangia più ciò che dovrebbe. Se il bambino rifiuta il cibo i genitori non devono preoccuparsi, è assolutamente normale che il piccolo faccia fatica a mangiare alimenti solidi, deve capire come si fa. Bisogna lasciare che prenda familiarità con i nuovi alimenti, per esempio facendogli mettere le mani nella pappa e facendogliele leccare, ma controllando sempre prima la temperatura. Se poi il bambino rifiuta il cibo, non bisogna scoraggiarsi, è bene dunque guidare il cambiamento con dolcezza, magari collocando il momento della pappa in un orario in cui sono presenti entrambi i genitori.  Un’altra cosa da fare è aiutare il bambino a distinguere il senso della fame da quello della sete, avendo premura che la pappa sia sempre accompagnata da qualche sorso d’acqua. L’importante è che tutto il processo avvenga in modo graduale: sarà necessario insistere con dolcezza.

 

 

 

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