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settembre 20, 2016

Nido o baby sitter?Il dilemma delle mamme moderne

Asilo nido o baby sitter? Si tratta di una scelta «moderna» , difficile e costosa, ma necessaria laddove siano entrambi i genitori a lavorare e non abbiano la possibilità di far curare i propri figli dai nonni. All’asilo nido avviene un percorso di precoce socializzazione , entrando in contatto con altri bimbi e con adulti sconosciuti, che non potrà che far maturare il bambino e stimolarlo alla curiosità ed esplorazione. il piccolo avrà modo di imparare a relazionarsi con i coetanei, gestire i conflitti, condividere i giochi, rispettare il turno, condividere l’affetto dell’educatrice con gli altri bimbi.

Tuttavia è bene ricordare che il piccolo sotto l’anno di vita vive il distacco dalla mamma come una sorta di abbandono, non essendo ancora in grado di avvertire la separazione come un momento della giornata, aspetto di disagio che si attenua nel bambino più grande che ha già sperimentato l’allontanamento dalla propria fonte di sicurezza e che è in grado di vivere la separazione materna come un evento transitorio e non definitivo.

Il piccolo che frequenta l’asilo nido è particolarmente esposto a infezioni e malattie ricorrenti, soprattutto a carico dell’apparato respiratorio e dell’apparato gastrointestinale. I locali chiusi, spesso eccessivamente riscaldati e frequentati da tanti bambini rappresentano un ambiente ideale per la propagazione dei virus, principali agenti eziologici delle infezioni nei primi anni di vita. La trasmissione dei microrganismi è, inoltre, particolarmente facilitata dallo scambio degli oggetti che inevitabilmente avviene tra bimbi così piccoli.

Inoltre, è molto difficile che un bimbo nei primi anni di vita sia in grado di attuare comuni norme igieniche: in questo modo i germi che vengono veicolati per via aerea e gastrointestinale possono contaminare le superfici, su cui possono sopravvivere anche diverse ore, rendendo ancora più semplice la trasmissione delle infezioni da un bimbo all’altro.

Ne consegue perciò che il bambino introdotto precocemente nella comunità infantile si ammala spesso nel primo anno di frequenza dell’asilo nido ma diventa progressivamente meno suscettibile alle infezioni negli anni successivi.

Seppur non vi siano studi concordi a riguardo, certamente il punto focale è la scelta relativa all’età di ingresso negli asili, dato che molte mamme tornano a lavorare finiti i mesi di maternità. Alcuni psicologi sostengono che i bambini che vanno all’asilo nido prima dei sei mesi di età soffrono troppo il distacco della mamma.

La scelta di affido del piccolo ad una baby-sitter ha sicuramente carattere più intimo. In effetti il rapporto a due consente al bimbo di mantenere un rapporto di vicinanza affettiva con un solo adulto, molto più importante per lui del contatto con i suoi pari, se si tratta di un bimbo al di sotto dell’anno di età, che apprezza non totalmente la compagnia dei coetanei.

In tutti i casi , la figura della mamma resta insostituibile per un bambino piccolo. Qualora si avesse la fortuna e il desiderio di poter stare a casa da lavoro, la scelta di poter curare a tempo pieno i propri figli senza ricorrere al nido o alla baby sitter, è una scelta di questi tempi rara da percorrere, nonché meravigliosa.

 

 

 

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