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gennaio 17, 2017

Le infezioni in gravidanza

Le infezioni purtroppo si possono contrarre anche durante la gravidanza con conseguenze per il feto,  per questo è importante conoscerle e sapere bene come si può evitare la trasmissione ed il contagio.  Anche se la migliore arma per combattere le malattie infettive durante la gravidanza è la prevenzione, se  questa non è stata abbastanza efficace, l’arma da giocare una volta scoperto l’avvenuto contagio è la diagnosi: più è precoce e più sarà facile intervenire diminuendo i rischi di contagio e gli eventuali danni.
Toxoplasmosi:a differenza delle altre malattie non è di origine batterica ne virale ma è causata da un protozoo chiamato Toxoplasma Gondii, un organismo unicellulare che si riproduce unicamente nei gatti e nei tessuti muscolari di maiali, agnelli o mucche. Per questo qualora dalle analisi del sangue si evidenzi che non si possiedono gli anticorpi della, è bene  fare molta attenzione:
– non toccare le feci del gatto e pulire eventuali cassettine o lettiere con guanti;
– lavare bene frutta e verdura prima di consumarla e possibilmente sbucciare tutto;
– non consumare salumi ed insaccati; non consumare carne cruda o poco cotta; non toccarsi le mucose (occhi, naso, bocca) mentre si cucina e si maneggia carne, frutta e verdura. Una volta avvenuto il contagio, i sintomi sono praticamente nulli a parte un raro rigonfiamento dei linfonodi del collo, e il contagio mamma-bebè avviene attraverso il sangue placentare.
La terapia esiste ed è a base di forti antibiotici. Se la trasmissione avviene durante il primo trimestre, evento più raro, il rischio che il feto riporti dei danni è più alto e cala se il contagio avviene in epoca gestazionale più lontana.
La toxoplasmosi colpisce principalmente la vista con problemi alla retina e il sistema nervoso centrale, con calcificazioni intracraniche; la diagnosi può essere nulla ovvero nascita di neonato asintomatico e sano o tutto, con problemi vari fino alla morte in utero.
Anche la  rosolia  proprio come la Toxoplasmosi, è una malattia molto temuta durante la gravidanza e  si contrae per via aerea, si manifesta con delle chiazze rosse su bocca, mucose e lingua, che compaiono dopo 2 o 3 settimane dal contagio e possono essere parecchio lievi.

La migliore prevenzione è di sottoporsi al vaccino un mese prima del concepimento, se la gravidanza è in cantiere e di evitare luoghi frequentati da bambini come scuole e asili qualora sia già inoltrata e non sia possibile fare il vaccino.
La Rosolia risulta maggiormente pericolosa se contratta soprattutto durante i primi quattro mesi di gestazione.
In caso di contagio esistono dei farmaci che ne attenuano le conseguenze nel feto ma in linea di massima la trasmissione, se avviene durante le prime venti settimane, può avere come esiti difetti della vista o completa cecità, malformazioni craniche, sordità e ritardo mentale. Per la quinta malattia (Parvovirus) invece, non viene effettuato alcun esame per verificare se tale malattia è già stata contratta o se avviene il contagio durante la gestazione, e qualora si riscontrasse il dubbio di un’eventuale infezione si procede con gli esami sierologici alla ricerca del virus e con amniocentesi . Non esiste terapia né vaccino preventivo, e l’unica prevenzione è evitare posti frequentati da bambini e luoghi dove c’è il dubbio che qualcuno abbia contratto la malattia.  Il rischio per il feto, durante le prime settimane è che la gravidanza si interrompa con un aborto spontaneo mentre in epoca più avanzata è che necessiti di trasfusioni in utero poiché la malattia causa gravi anemie e quindi un pericoloso abbassamento di globuli rossi.
Lo streptococco è un batterio presente normalmente nel canale vaginale e nel basso intestino in una buona percentuale di donne sane dove non crea disagi e non presente sintomi. Poiché è molto facile che tale batterio sia presente anche nelle donne che stanno per partorire, si esegue generalmente un tampone vagino-rettale, alla ricerca del batterio, che ha trasmissione verticale durante il parto e che può essere fatale per il feto.
L’infezione non si può assolutamente prevenire ma se diagnosticata in tempo è possibile attuare la terapia antibiotica da continuare fino al momento del parto.
In caso di contagio, laddove non sia stata diagnosticata l’infezione, il neonato può contrarre polmonite, encefalite, meningite o sepsi ovvero infezione generalizzata che si sviluppa a circa 24 ore dalla nascita.

Citomegalovirus: provocata da un virus della famiglia degli herpesvirus e causa un disagio simile ad un’influenza.
Non esiste un esame di routine che ne ricerca gli anticorpi né una terapia efficace, ma qualora ci sia il sospetto si interviene come per le altre infezioni, con esami sierologici e amniocentesi per riscontrare l’avvenuto contagio.
Anche per questa malattia non esiste una vera e propria prevenzione se non evitare luoghi affollati  frequentati da bambini, lavarsi spesso ed accuratamente le mani e mantenere alta l’igiene e la pulizia poiché si trasmette tramite il contatto con urine, secrezioni, lacrime e sangue infetto.
Il neonato che alla nascita non presenta sintomi potrebbe avere in epoca tardiva dei disturbi legati a sordità unilaterale o bilaterale che si riscontrano intorno al compimento del primo anno mentre in epoca prenatale spesso si diagnosticano calcificazioni intracraniche, idrocefalia, microcefalia.

La varicella  si contrae per via aerea o attraverso il contatto con lesioni della persona infetta; si manifesta con delle vescicole che danno luogo a delle crosticine ed ha una trasmissione verticale per via placentare.
Non esistono farmaci né una terapia che può attenuarne gli esiti e la diagnosi si ha soltanto dopo che compare l’eruzione cutanea.
Anche per la varicella se la gravidanza non è ancora iniziata, è possibile sottoporsi al vaccino mentre durante la gestazione l’unica prevenzione resta non frequentare luoghi a rischio.
Il contagio e gli esiti risultano più gravi quanto più sarà avanzata l’epoca del contagio e ancor più sarà vicino il parto, generando nel feto una forma di infezione simile ad una varicella con lesioni cutanee simili a cicatrici o nei casi gravi con atrofia di gambe e braccia.

L’epatite B e C si trasmettono attraverso il sangue. Il virus si può contrarre anche attraverso oggetti infetti e pare che la trasmissione verticale avvenga in utero e non esistono quindi possibilità fondate che il taglio cesareo eviti  trasmissione materno-fetale.
Entrambe sono asintomatiche e causano talvolta solo leggeri malori simili ad un’influenza.
Non esistono trattamenti attuabili in gravidanza in caso di contagio ma rimane la precauzione di evitare comportamenti a rischio.
Per il neonato nelle prime 12 / 24ore dalla nascita esiste una profilassi che lo sottopone a trattamento preventivo di immunoglobuline e vaccino, prevenendo il contagio dell’infezione quasi nella totalità dei casi.
Qualora la terapia non abbia effetto il piccolo sarà portatore cronico della malattia.

One Comment on “Le infezioni in gravidanza

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febbraio 7, 2017 a 2:34 pm

Grazie molte dell’articolo. è geniale… Buon lavoro !

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