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novembre 28, 2016

I cartoni animati della nuova generazione

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Il mondo dei cartoni animati è spesso considerato una parentesi di divertimento per bambini, senza troppi contenuti. A molti bambini e a coloro che lo sono stati nell’epoca dei cartoni animati è successo di essere sgridati da un genitore per il troppo tempo passato  davanti alla tv per vedere i cartoni animati. Tempo perso e sottratto allo studio. Niente di più errato. Probabilmente quegli stessi genitori non conoscevano o conoscono il vero significato che può essere trasmesso mediante i cartoni animati. Eppure, se ci pensiamo bene, certi personaggi non sono soltanto pupazzetti di carta, destinati a rilassare o a far ridere. Sono canali importanti utilizzati per trasmettere valori e stimolare utili riflessioni. Secondo alcuni esperti di psicopedagogia anche dietro alla presenza di una parte cattivacostante della maggior parte dei cartoni animati per bambini, c’è un grosso significato. La morale della presenza di un personaggio cattivo si lega molto alla parte cattiva della mamma vista con gli occhi del bambino: quella stessa parte negativa che si riflette anche nella propria vita con incomprensioni, ingiustizie, punizioni, tipiche dei più piccoli. In numerosi cartoni compare anche un’altra figura che colpisce sempre i bambini nel guardare i cartoni animati, ovvero quella dell’orfano. L’orfano, nei cartoni animati per bambini, è colui che deve fare a meno dei genitori e che, nonostante le difficoltà, spesso è costretto a trovarsi da solo contro i problemi e gli ostacoli della vita. Necessario diventa dunque l’aiuto di qualcuno, molto spesso una donna, emblema della figura materna, che accompagna l’orfano alla fine della propria avventura. Il gioco di squadra, l’amicizia, la famiglia, l’amore per la natura e gli animali sono solo alcuni dei messaggi indirizzati ai più piccoli.  E se poi sono gli animali i veri protagonisti antropomorfi allora è tutto più semplice: i bambini sono catturati dal loro fascino e dalla loro simpatia: umanizzare un animale trasporta la mente del bimbo in una dimensione infantile, sognatrice, immaginifica. Coinvolge maggiormente un buffo e simpatico animale in quanto ci si immedesima con essi, piacciono sia ai grandi che ai più piccini.  Quindi gli animali attirano di più sia l’interesse, che la fantasia! Quando guardiamo cartoni, fumetti e videogiochi infatti vediamo che gli animali si comportano come umani e questo ha per noi una funzione catartica, ci rilassiamo e ci piace vedere come se la cavano gli animali a svolgere compiti da persone come noi.

Pensiamo alla simpatica maialina Peppa Pig, protagonista indiscussa nel mondo dei più piccoli. Peppa vive in un mondo molto simile al nostro, dove i bambini vanno a scuola e in gita, lavano la macchina con il papà, devono andare a dormire la sera dopo essersi lavati i denti, vanno a casa dei nonni e al mare. È questo che affascina: la semplicità e la realtà della sua vita. Inoltre, cosa molto importante, il punto di vista della narrazione è quella di una bambina, la maialina Peppa. Un bambino si sa, vive tutto molto velocemente e con molto entusiasmo per tutte le cose che succedono nell’arco della giornata. Peppa Pig descrive la realtà attraverso le sue emozioni, ci fornisce una chiave di lettura dolce e innocente rispetto alla prospettiva con cui un bambino percepisce non solo il tempo, ma anche le cose e le persone. E’ l’infanzia gioiosa di Peppa a prevalere nelle varie avventure, insieme agli amici animali, la famiglia, la scuola e la natura.

Quindi, dopo anni di giudizi negativi sui cartoni e il tempo dedicato ad essi,  sembra che la nuova generazione di cartoni animati come Peppa sia giudicata più positivamente dagli specialisti, ritenuti più intelligenti ed educativi per il bambino in età prescolare. Sono cartoni anche interattivi, ovvero che spingono il bambino a non essere passivo davanti alla tv bensì a rispondere a quesiti di logica e di ragionamento (adatti alla loro età) o imparare ad ascoltare alcune frasi in altre lingue. I cartoni animati per la nuova generazione di bambini sono composti inoltre da episodi brevi (20 minuti circa) che permettono più facilmente ai genitori di gestire i tempi di visione dei figli. Si consiglia ai genitori di permettere fino a un massimo di 45 minuti durante l’arco della giornata davanti alla tv, ovviamente sotto il costante controllo di mamma e papà.

 

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