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dicembre 24, 2015

Diabete: quando lo zucchero non è più un piacere

diabete

Il diabete rappresenta un altro fattore di rischio cardiovascolare indipendente modificabile. Si tratta di una alterazione del metabolismo del glucosio che comprende condizioni differenti tra loro, ma contraddistinte da un denominatore comune: l’iperglicemia, cioè l’aumentata e patologica concentrazione degli zuccheri nel sangue, causata da una produzione ridotta o nulla di insulina. Il termine diabete nell’etimologia greca significa “che passa attraverso”, mentre il termine latino che ne deriva significa “sifone”. Infatti gli antichi medici sapevano che la malattia era caratterizzata dalla grande quantità di urina emessa ogni giorno che passa attraverso il corpo, come attraverso un tubo, senza essere trattenuta. In seguito fu coniato il termine “mellitus” da miele, per l’elevata concentrazione di glucosio nelle urine dei pazienti affetti da tale disfunzione. CLASSIFICAZIONE DELLE FORME DI DIABETE Diabete mellito di tipo 1 Insulinodipendente Diabete mellito di tipo 2 • Associato o non associato all’obesità • Diabete dell’adulto a insorgenza giovanile Non insulinodipendente. Diabete secondario 1/2/2016 Mynutra | Focus on | Area cardio­metabolica | Diabete: quando lo zucchero non è più un piacere http://www.mynutra.it/focus_cardio­metabolica_4.php 2/3 Diabete secondario • Patologia pancreatica • Patologia endocrina • Farmaci • Sindromi genetiche Ridotta tolleranza ai carboidrati Diabete gestazionale Il diabete mellito di tipo 2 è di gran lunga il più frequente, si accompagna spesso a condizioni di sovrappeso e obesità: basti pensare che 8 diabetici su 10 sono in sovrappeso. Non è esclusivo dei soli adulti, purtroppo si manifesta sempre più frequentemente anche nei giovani. Per quello che riguarda la ridotta tolleranza ai carboidrati e quindi al glucosio, si riferisce a quelle persone che presentano una glicemia a digiuno pressoché normale o moderatamente elevata, ma che presentano iperglicemia dopo carico di glucosio. Presentano cioè, un picco glicemico postprandiale elevato. Questa condizione non è propriamente una forma di diabete, piuttosto rappresenta uno stadio intermedio fra diabete e normalità che possiamo chiamare prediabete. Generalmente i sintomi del diabete di tipo 1 sono evidenti. Questo non e vero per il diabete di tipo 2, molte persone scoprono di averlo solo nel momento in cui si verifica una complicazione. Il diabete è una patologia importante di per se, ma quando non viene correttamente curata, contribuisce in maniera significativa allo sviluppo di malattie cardiovascolari. Il diabete favorisce lo sviluppo di ipertensione, aumenta il rischio di placche (aterosclerosi) in quanto induce l’aumento del livello dei trigliceridi nel sangue (ipertrigliceridemia), favorisce l’aumento dei valori di colesterolo (ipercolesterolemia) e riduce i valori di colesterolo buono (cHDL). Per queste azioni, può causare disturbi ai vasi sanguigni, in particolare a quelli deputati a portare il sangue al cuore, le coronarie (coronaropatie). Purtroppo le persone affette da diabete hanno un maggior rischio di sviluppare malattia cardiaca e dei vasi sanguigni. Altre complicazioni che si possono sviluppare quando la malattia non è ben controllata possono manifestarsi a carico di : • Occhi: cataratta, con opacizzazione del cristallino e retinopatia per le alterazioni a carico dei vasi sanguigni che l’irrorano • Dei reni: la nefropatia diabetica è una malattia che deteriora in maniera piuttosto lenta ma irreversibile la funzionalità renale dei pazienti diabetici in cui la malattia sussiste da molti anni. Il quadro clinico è caratterizzato da presenza di proteine nelle urine (proteinuria). E’ importante sottolineare come la nefropatia diabetica rappresenti la principale causa di insufficienza renale cronica. • Del sistema nervoso: neuropatia diabetica con perdita di sensibilità tattile e alterazioni motorie. La neuropatia diabetica è una complicanza frequente del diabete che colpisce i nervi cranici e spinali, la cui causa è l’aumento prolungato della glicemia nel sangue (iperglicemia). L’iperglicemia non controllata determina una serie di modificazioni strutturali del rivestimento del nervo periferico determinando i sintomi. • Delle estremità inferiori: piede diabetico. Si parla di piede diabetico quando la neuropatia diabetica ha compromesso la funzione o la struttura del piede. Il piede non è solamente un organo deputato al movimento: è un organo complesso che esplica la sua funzione fornendo informazioni al cervello sotto forma di sensazioni e ricevendo da questo ordini motori. La neuropatia diabetica colpisce sia i nervi sensitivi (neuropatia sensitiva) sia i nervi motori (neuropatia motoria) sia i nervi vegetativi (neuropatia autonomica); il piede neuropatico pertanto è un piede in cui la neuropatia diabetica ha modificato l’equilibrio muscolare, la percezione degli stimoli, l’autoregolazione vegetativa, cioè tutte e tre le componenti nervose. La neuropatia sensitiva colpisce le fibre nervose che inviano le sensazioni al cervello. La conseguenza più grave è la diminuzione della soglia del dolore che può assumere differenti livelli di gravità; alcuni pazienti hanno infatti piedi poco sensibili, altri perdono a tal punto la sensibilità da poter sopportare un intervento chirurgico senza anestesia. La mancanza di stimoli dolorifici, che a prima vista può sembrare un vantaggio, si rivela in realtà una sciagura perché il dolore è un sintomo che ci avverte che qualcosa ci sta danneggiando. Ad esempio, è il dolore che ci avverte che una scarpa è troppo stretta spingendoci a toglierla; se manca il dolore continueremo a calzarla per tutta la giornata e, quando la toglieremo, ci accorgeremo tardivamente della lesione ulcerativa che si è formata. Questo esempio non è riportato casualmente: nella letteratura medica si riscontra che oltre il 30% delle ulcere del piede nei diabetici sono causate da scarpe inadatte. Ugualmente, è il dolore che ci avverte se abbiamo i piedi troppo vicini al fuoco del camino o se la sabbia su cui camminiamo è piena di cocci di vetro o conchiglie che ci feriscono. La neuropatia sensitiva è quindi una patologia che consente ad un trauma di perdurare nel tempo, tanto da determinare una lesione senza la percezione di alcun segnale premonitore e questa condizione rappresenta la condizione migliore per la sovrapposizione di gravi infezioni.