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novembre 30, 2016

Niente vaccini, niente asilo!

emilia-vaccini

Una buona proposta quella della regione Emilia Romagna che si spera possa essere esempio per tutte le altre. Oggetto in questione i vaccini: niente vaccini, niente asilo.

E’ stata infatti depositata al Consiglio regionale della Lombardia un progetto di legge per chiedere che diventi obbligatorio il certificato delle vaccinazioni per l’iscrizione dei bambini nei nidi pubblici e privati accreditati. A presentarlo il gruppo del Patto civico. Nel pdl è previsto che la mancata certificazione, se non sanata entro cinque giorni, comporti il rifiuto di ammissione del bambino.

Le vaccinazioni in questione sono antipoliomielite, antitetanica, antidifterica e antiepatite B, “le cui coperture vaccinali in Lombardia secondo gli ultimi dati dell’Istituto superiore di sanità relativi al 2014, sono rispettivamente pari al 95%, al 95,1%, al 95% e al 94,9%. Anche la Lombardia è al limite della soglia di sicurezza del 95% rispetto alle quote di vaccinati e, come per il resto del Paese, le percentuali sono in diminuzione”. Un unico articolo suddiviso in tre commi in cui si prevede che i Comuni siano obbligati ad accertare, all’atto dell’ammissione in strutture pubbliche e private accreditate, che i bambini siano stati sottoposti alle vaccinazioni obbligatorie, richiedendo la relativa certificazione. E in caso di mancata presentazione del documento, scatta il rifiuto di ammissione del piccolo al nido. Nel pdl si prevede inoltre che il Comune comunichi il fatto entro 5 giorni all’azienda unità sanitaria locale di appartenenza e al ministero della Salute. L’ultimo comma fa salva l’eventuale adozione da parte dell’autorità sanitaria di interventi di urgenza.

Come ogni legge anche questa ha subito delle critiche Critiche da parte del Codacons. Si tratta di “una legge inapplicabile, incostituzionale e contraria alle norme nazionali“, afferma il presidente Carlo Rienzi. Sempre nel Lazio, “noi spingeremmo per un sistema di informazione diverso, che andrebbe proprio a superare il concetto di coercizione e obbligatorieta’ per qualcosa che dovrebbe essere acquisito da una societa’ matura“, ha invece commentato la capogruppo M5s in Consiglio regionale, Silvia Blasi. Dura la posizione del Movimento italiano genitori (Moige): “Il provvedimento dell’Emilia Romagna e’ illiberale, coercitivo e discriminante verso le famiglie. Siamo perplessi della norma regionale dell’Emilia, che crea una inaccettabile coercizione e discriminazione verso i genitori che per il benessere dei figli – afferma l’associazione – preferiscono adottare profilassi preventive differenti“.

 

 

 

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