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ottobre 10, 2016

L’approccio del neonato con l’acqua

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I più piccoli non hanno assolutamente bisogno di bere acqua, in quanto il fabbisogno idrico (la quantità di liquidi che è necessario introdurre ogni giorno) del neonato e del lattante è totalmente assicurato dal latte (sia esso  materno  o  artificiale),  che  in  più  ha  il  grande  vantaggio  di  fornire contemporaneamente  tutte  le  calorie  necessarie.  La somministrazione di acqua prima dello svezzamento può rivelarsi anzi dannosa, determinando un precoce senso di sazietà nel bimbo che mangerà meno durante il pasto. Il latte materno così come quello in formula è composto per oltre il 95% di acqua. Una piccola quantità di acqua durante i pasti (30-50 ml) si può offrire al bambino con l’introduzione delle pappe,  quindi dal sesto mese Quale acqua scegliere? Va benissimo una qualsiasi acqua oligominerale – che garantisce sui giusti contenuti di minerali – non effervescente (neanche l’effervescente naturale, a meno che non sia l’unica disponibile), preferibilmente da bottiglia di vetro. Va benissimo anche quella del rubinetto: se l’acqua è dichiarata potabile, si può bere tranquillamente, poiché significa che è batteriologicamente pura, priva di sostanze nocive e risponde a determinate caratteristiche di tipo fisico/chimico. Se tuttavia si vive in zone dove l’acqua staziona in cassoni o è notoriamente non affidabile, allora è bene far ricorso a quella in bottiglia. In caso di dubbio o di necessità, l’acqua può essere bollita e, una volta raffreddata, la si può far bere tranquillamente al bambino. In generale è opportuno scegliere un’acqua con pH neutro o leggermente acido piuttosto che un’acqua alcalina; un residuo fisso < 50 mg/l. Le acque a bassa mineralizzazione (basso residuo fisso), grazie alla loro ipotonicità, esercitano una migliore azione solvente, facilitando la dispersione dei lipidi contenuti nel latte e determinano una minore osmolarità delle miscele lattee e quindi un minor carico renale dei soluti. Per quanto riguarda la presenza di sodio nell’acqua bisogna far attenzione a non esagerare in quanto aumenta l’ipertensione arteriosa. Un altro importante fattore è la presenza di fluoro: basse dosi di fluoro svolgono un’azione preventiva nei confronti della carie, mentre un apporto elevato può causare fluorosi. La normativa prevede per le acque destinate alla prima infanzia un contenuto massimo di 1,5 mg/l. In realtà tale limite deve essere ulteriormente dimezzato, se si considera che anche il latte in polvere può contenere una quota di fluoro.

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